Alla vigilia dell’approvazione da parte della Commissione Europea del nuovo Meccanismo europeo per gestire la crisi e di un piano di aiuti umanitari in favore della Grecia, stiamo assistendo ad una tragedia umanitaria con migliaia di persone in fuga dalla guerra, al confine tra la Grecia e la Macedonia. In particolare la Grecia si trova ormai sempre più fra “l’incudine e il martello”, tra la crisi economica, che dura da ormai otto anni, e l’inarrestabile flusso migratorio che la sta trasformando nel “Libano d’Europa”, un vero e proprio “magazzino di anime” come aveva denunciato Iannis Mouzalas, vice ministro greco per l’Immigrazione. Nonostante tutto i cittadini greci continuano a testimoniare una grande solidarietà, come dimostrano le tante persone che giornalmente distribuiscono viveri, vestiti, giocattoli, coperte a migliaia di profughi . Anche Caritas Hellas, con l’aiuto di Caritas Italiana e di tante altre Caritas Europee, è in prima linea in questa emergenza: ad oggi da settembre 2015, sono stati distribuiti oltre 80 mila pacchi alimentari, 40 mila kit igienici; inoltre quasi 8 mila persone hanno ricevuto generi di prima necessità (vestiti, coperte, impermeabili…), oltre 4 mila persone sono state accolte nei tre alberghi gestiti dalla Caritas greca tra Lesbos e Atene e più di 3 mila profughi hanno ricevuto un servizio di ascolto e orientamento. Una solidarietà che stride con le chiusure di alcuni stati che respingono con i lacrimogeni famiglie intere e centinaia di bambini. Così come stride con l’approccio arbitrario degli hot spot, voluto dall’Unione Europea. Come denunciato dal Tavolo nazionale Asilo a chi non viene permesso di presentare domanda d’asilo, viene notificato un decreto di respingimento senza prevere alcun tipo di assistenza.